Efeso
Il primo nucleo di abitazioni di Efeso fu fondato con il nome di Apasa sul colle di Ayasuluk, essendo stata la capitale del Regno di Arzawa. Pausanias e Strobon scrivono che Efeso fu fondata dalle Amazzoni, che in effetti vennero sempre venerate in città. La città rimase in quel luogo fino all'attacco del re Creso, re di Lidia, nel 560 a. C. Fu Creso a volere che la città venisse ricostruita ai piedi del colle intorno al Tempio di Artemide (le colonne con bassorilievi fatte costruire da Creso sulla facciata del tempio, oggi al museo britannico, riportano la scritta "costruita da Creso"). Governata dai Tiranni nominati dal Regno di Lidia, la città rivestiva un ruolo importante sia per la posizione nel golfo (oggi le rovine distano circa sei chilometri dal mare, ma nell'antichità Efeso era un rinomato porto, crocevia di scambi tra l'Anatolia e le regioni mediterranee) che per i sapienti che vi vivevano. Il Regno di Lidia non durò molto: Creso venne preso prigioniero dei persiani che presero possesso della regione, ma lasciarono Efeso libera nei suoi commerci interni e nei traffici marittimi, zona ricca di cultura e di denaro. Testimonianze scritte attestano che la città fosse una di quelle che pagavano più tasse, tanto che sotto la dominazione di Dario cominciarono le ribellioni, sempre represse. Alessandro Magno liberò la zona dai persiani e rese la libertà ad Efeso. Saranno i generali di Alessandro, a lui succeduti nella gestione della città, a renderla più forte e protetta, fino a quando passerà sotto il controllo diretto di Roma. Sotto l'impero di Augusto, Efeso comincerà il periodo di vero splendore: sarà in quel periodo che Efeso diventerà la capitale della provincia asiatica, divenendo città di primo piano per cultura e ricchezza. L'agorà, le basiliche, i templi, i monumenti di Roma verranno realizzati in questo periodo. Tutto crollò con il terremoto del 17 a. C. Fu l'impero di Tiberio a ricostruire la zona e la città distrutta. Si stima che in quel periodo la popolazione di Efeso contasse duecentomila persone. Anche sotto Domiziano si continuò a migliorare la città e venne costruito il tempio di Domiziano, primo tempio d'imperatore ad Efeso. Adriano fu in città due volte: la prima volta gli venne dedicato il tempio sulla via dei Coreti, e la seconda il tempio grande vicino alla chiesa del Consiglio. Possedere templi era sinonimo di grande prestigio ed Efeso ne possedeva più di tutte le altre città della zona. La città fu poi attaccata dai Gotici nel 262 d. C. Essi saccheggiarono il tempio di Artemide. Da allora i saccheggi si moltiplicarono, impedendo la sicurezza del porto che cominciò a ridurre i traffici. Le mura vengono ricostruite, viene costruita una nuova porta accanto alla biblioteca di Celso, una delle più grandi biblioteche dell'antichità, anch'essa andata distrutta come quella di Alessandria.
Efeso era stata anche meta di pellegrinaggi da parte dei discepoli di Gesù, che portarono spesso la parola agli efesini, come ci ricordano le lettere di San Paolo; qui predicò, morì e venne sepolto Giovanni Evangelista e da pochi anni si è scoperta l'ultima casa di Maria, prima della sua assunzione in cielo. Qui la madre di Gesù visse gli ultimi 46 anni della sua vita sulla terra, in un luogo storico e di pellegrinaggi tutelato dal governo turco.
(continua)
Alessia Biasiolo
Il primo nucleo di abitazioni di Efeso fu fondato con il nome di Apasa sul colle di Ayasuluk, essendo stata la capitale del Regno di Arzawa. Pausanias e Strobon scrivono che Efeso fu fondata dalle Amazzoni, che in effetti vennero sempre venerate in città. La città rimase in quel luogo fino all'attacco del re Creso, re di Lidia, nel 560 a. C. Fu Creso a volere che la città venisse ricostruita ai piedi del colle intorno al Tempio di Artemide (le colonne con bassorilievi fatte costruire da Creso sulla facciata del tempio, oggi al museo britannico, riportano la scritta "costruita da Creso"). Governata dai Tiranni nominati dal Regno di Lidia, la città rivestiva un ruolo importante sia per la posizione nel golfo (oggi le rovine distano circa sei chilometri dal mare, ma nell'antichità Efeso era un rinomato porto, crocevia di scambi tra l'Anatolia e le regioni mediterranee) che per i sapienti che vi vivevano. Il Regno di Lidia non durò molto: Creso venne preso prigioniero dei persiani che presero possesso della regione, ma lasciarono Efeso libera nei suoi commerci interni e nei traffici marittimi, zona ricca di cultura e di denaro. Testimonianze scritte attestano che la città fosse una di quelle che pagavano più tasse, tanto che sotto la dominazione di Dario cominciarono le ribellioni, sempre represse. Alessandro Magno liberò la zona dai persiani e rese la libertà ad Efeso. Saranno i generali di Alessandro, a lui succeduti nella gestione della città, a renderla più forte e protetta, fino a quando passerà sotto il controllo diretto di Roma. Sotto l'impero di Augusto, Efeso comincerà il periodo di vero splendore: sarà in quel periodo che Efeso diventerà la capitale della provincia asiatica, divenendo città di primo piano per cultura e ricchezza. L'agorà, le basiliche, i templi, i monumenti di Roma verranno realizzati in questo periodo. Tutto crollò con il terremoto del 17 a. C. Fu l'impero di Tiberio a ricostruire la zona e la città distrutta. Si stima che in quel periodo la popolazione di Efeso contasse duecentomila persone. Anche sotto Domiziano si continuò a migliorare la città e venne costruito il tempio di Domiziano, primo tempio d'imperatore ad Efeso. Adriano fu in città due volte: la prima volta gli venne dedicato il tempio sulla via dei Coreti, e la seconda il tempio grande vicino alla chiesa del Consiglio. Possedere templi era sinonimo di grande prestigio ed Efeso ne possedeva più di tutte le altre città della zona. La città fu poi attaccata dai Gotici nel 262 d. C. Essi saccheggiarono il tempio di Artemide. Da allora i saccheggi si moltiplicarono, impedendo la sicurezza del porto che cominciò a ridurre i traffici. Le mura vengono ricostruite, viene costruita una nuova porta accanto alla biblioteca di Celso, una delle più grandi biblioteche dell'antichità, anch'essa andata distrutta come quella di Alessandria.
Efeso era stata anche meta di pellegrinaggi da parte dei discepoli di Gesù, che portarono spesso la parola agli efesini, come ci ricordano le lettere di San Paolo; qui predicò, morì e venne sepolto Giovanni Evangelista e da pochi anni si è scoperta l'ultima casa di Maria, prima della sua assunzione in cielo. Qui la madre di Gesù visse gli ultimi 46 anni della sua vita sulla terra, in un luogo storico e di pellegrinaggi tutelato dal governo turco.
(continua)
Alessia Biasiolo