Il tango di Zotto al Teatro del Vittoriale di Gardone Riviera
In cartellone venerdì 2 agosto alle ore 21.15, Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani
con MIGUEL ANGEL ZOTTO e DAIANA GUSPERO
Pablo Moyano & Roberta Beccarini
Neri Piliú & Yanina Valeria Quiñones
Voce Marianna Ioime
Sexteto Tipico Viento de Tango
Massimiliano Pitocco - Primo Bandoneon
Dario Flammini - Secondo Bandoneon
Daniele Orlando - Violino
Pierluigi Ruggiero - Violoncello
Giuliano Di Giuseppe - Pianoforte
Roberto Della Vecchia - Contrabbasso
coreografia e direzione danza Miguel Angel Zotto
direzione musicale dal vivo Sexteto Tipico Viento de Tango
Uno spettacolo davvero emozionante. Iniziato in sordina, dopo che una voce fuori campo annuncia la volontà di mettere in scena l'omaggio alla gente comune, spesso povera e diseredata, che ha tramutato il passatempo da derelitti in patrimonio mondiale dell'umanità. Star della serata quattro ballerini davvero bravi, con un'individualità definita, passi vissuti e postura da tangeri che non devono figurare in passerella. Il tango da professionisti, ma senza lesinare sulla partecipazione diadica indispensabile per spiegare la magia del tango. E poi la star della serata, Miguel Angel Zotto accompagnato da Daiana Guspero. Di Zotto, che ho avuto la fortuna di ammirare più volte sul palcoscenico, ho apprezzato lo studio del tango interpratato, non solo vissuto. Il passo è fermo per evitare sbavature, e danni personali, eppure non viene lesinata la scenografia, il divertimento, l'apporto personale ad un ballo che ha già detto tutto e che tutto ha ancora da dire. La semplicità di passi elegantemente portati, ganci a volte spettacolari, volei da manuale, è arricchita da sorrisi che appaiono veri e da giochi di serpentine che fanno ridere e affascinano, coinvolgono lo spettatore, lo trascinano tra le note di Piazzolla, Pugliese, Troilo, i giganti delle musiche da tango. E non sono solo i passi: Zotto e Guspero, ma anche Pablo e Roberta, Neri e Yanina, giocano, ballano, si divertono, soffrono con tutti coloro che al tango hanno dato l'anima e, quindi, un'anima. Prostitute e marinai, adesso sono impersonati da ballerini dalle scarpe di vernice e paillettes, abiti gessati e splendide mise, a sottolineare come quello scabroso ballo condannato dalla Chiesa e dallo Stato, sia in realtà la cartolina, la fotografia dell'anima di ciascuno di noi. Si parla di passione, ma non concordo. Certo, tra il pubblico ci può essere chi si preoccupa solo delle scollature e degli spacchi, ma il tango argentino è la vita in tutte le sue espressioni: l'amore, la passione, il tradimento, il matrimonio e la separazione perché era necessario partire come migranti (splendida la rappresentazione di "Oblivion" di Piazzolla dedicata a questo); la virilità, l'eleganza di passi e vestiti, la trasfottenza e la timidezza, la sfida e la solitudine. Tutto in un ballo di pochi minuti, a seconda della musica. Le piroette di Zotto sono la volontà di dare anche alla figura maschile la libertà solitamente della ballerina, che non manca di essere protagonista e guida, guidata e accompagnata. Il tango argentino dovrebbe insegnare molto a tutti gli uomini e le donne che lo guardano: non c'è ballo senza equilibrio personale e l'uomo che guida in realtà favorisce la compagna e non la domina mai... Per tutti coloro che pensano solo di trovare un posto dove mettere i puntini sulle personali i. Poi non è mancata la voce, spesso riecheggiante quella inconfondibile di Milva: buona l'interpretazione di Marianna Ioime, soprattutto in "Rinascerò", "Che Tango Che" e "Milonga de la Anunciacion" di Astor Piazzolla. La chiusura con tutti i sei ballerini in scena è sulle note di "Chacabuqueando" di Alvares e di "La Cumparcita" di Rodriguez, sulla quale viene concesso un richiesto bis. Ottimo il ballo e la coreografia, composta e semplice, come l'origine del ballo che si voleva celebrare. Sempre ottima la scelta di inserire in cartellone il tango argentino, molto amato dal pubblico e dalla critica, soprattutto a questi livelli, dato che Zotto è considerato uno dei tre massimi ballerini di tango al mondo. Per questo le varianti dalla milonga al vals permettono non solo di apprezzare il ballerino, ma anche la storia di una danza.
Il Sexteto ha emozionato il pubblico con un'interpretazione musicale dal vivo che, purtroppo, non sempre è possibile in milonga, ma che rende la magia davvero tale.
Articolo di Alessia Biasiolo
In cartellone venerdì 2 agosto alle ore 21.15, Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani
con MIGUEL ANGEL ZOTTO e DAIANA GUSPERO
Pablo Moyano & Roberta Beccarini
Neri Piliú & Yanina Valeria Quiñones
Voce Marianna Ioime
Sexteto Tipico Viento de Tango
Massimiliano Pitocco - Primo Bandoneon
Dario Flammini - Secondo Bandoneon
Daniele Orlando - Violino
Pierluigi Ruggiero - Violoncello
Giuliano Di Giuseppe - Pianoforte
Roberto Della Vecchia - Contrabbasso
coreografia e direzione danza Miguel Angel Zotto
direzione musicale dal vivo Sexteto Tipico Viento de Tango
Uno spettacolo davvero emozionante. Iniziato in sordina, dopo che una voce fuori campo annuncia la volontà di mettere in scena l'omaggio alla gente comune, spesso povera e diseredata, che ha tramutato il passatempo da derelitti in patrimonio mondiale dell'umanità. Star della serata quattro ballerini davvero bravi, con un'individualità definita, passi vissuti e postura da tangeri che non devono figurare in passerella. Il tango da professionisti, ma senza lesinare sulla partecipazione diadica indispensabile per spiegare la magia del tango. E poi la star della serata, Miguel Angel Zotto accompagnato da Daiana Guspero. Di Zotto, che ho avuto la fortuna di ammirare più volte sul palcoscenico, ho apprezzato lo studio del tango interpratato, non solo vissuto. Il passo è fermo per evitare sbavature, e danni personali, eppure non viene lesinata la scenografia, il divertimento, l'apporto personale ad un ballo che ha già detto tutto e che tutto ha ancora da dire. La semplicità di passi elegantemente portati, ganci a volte spettacolari, volei da manuale, è arricchita da sorrisi che appaiono veri e da giochi di serpentine che fanno ridere e affascinano, coinvolgono lo spettatore, lo trascinano tra le note di Piazzolla, Pugliese, Troilo, i giganti delle musiche da tango. E non sono solo i passi: Zotto e Guspero, ma anche Pablo e Roberta, Neri e Yanina, giocano, ballano, si divertono, soffrono con tutti coloro che al tango hanno dato l'anima e, quindi, un'anima. Prostitute e marinai, adesso sono impersonati da ballerini dalle scarpe di vernice e paillettes, abiti gessati e splendide mise, a sottolineare come quello scabroso ballo condannato dalla Chiesa e dallo Stato, sia in realtà la cartolina, la fotografia dell'anima di ciascuno di noi. Si parla di passione, ma non concordo. Certo, tra il pubblico ci può essere chi si preoccupa solo delle scollature e degli spacchi, ma il tango argentino è la vita in tutte le sue espressioni: l'amore, la passione, il tradimento, il matrimonio e la separazione perché era necessario partire come migranti (splendida la rappresentazione di "Oblivion" di Piazzolla dedicata a questo); la virilità, l'eleganza di passi e vestiti, la trasfottenza e la timidezza, la sfida e la solitudine. Tutto in un ballo di pochi minuti, a seconda della musica. Le piroette di Zotto sono la volontà di dare anche alla figura maschile la libertà solitamente della ballerina, che non manca di essere protagonista e guida, guidata e accompagnata. Il tango argentino dovrebbe insegnare molto a tutti gli uomini e le donne che lo guardano: non c'è ballo senza equilibrio personale e l'uomo che guida in realtà favorisce la compagna e non la domina mai... Per tutti coloro che pensano solo di trovare un posto dove mettere i puntini sulle personali i. Poi non è mancata la voce, spesso riecheggiante quella inconfondibile di Milva: buona l'interpretazione di Marianna Ioime, soprattutto in "Rinascerò", "Che Tango Che" e "Milonga de la Anunciacion" di Astor Piazzolla. La chiusura con tutti i sei ballerini in scena è sulle note di "Chacabuqueando" di Alvares e di "La Cumparcita" di Rodriguez, sulla quale viene concesso un richiesto bis. Ottimo il ballo e la coreografia, composta e semplice, come l'origine del ballo che si voleva celebrare. Sempre ottima la scelta di inserire in cartellone il tango argentino, molto amato dal pubblico e dalla critica, soprattutto a questi livelli, dato che Zotto è considerato uno dei tre massimi ballerini di tango al mondo. Per questo le varianti dalla milonga al vals permettono non solo di apprezzare il ballerino, ma anche la storia di una danza.
Il Sexteto ha emozionato il pubblico con un'interpretazione musicale dal vivo che, purtroppo, non sempre è possibile in milonga, ma che rende la magia davvero tale.
Articolo di Alessia Biasiolo